Il cavolfiore (Brassica oleracea L. var. botrytis) è una varietà di Brassica oleracea. È caratterizzato da un’infiorescenza, detta testa o palla, costituita da numerosi peduncoli fiorali, molto ingrossati e variamente costipati.
L’infiorescenza a corimbo, che può assumere una varia colorazione (bianca, paglierina, verde, violetta), costituisce la parte commestibile dell’ortaggio.
Sono una verdura tipica della stagione fredda. Grazie al limitato contenuto calorico e all’elevato potere saziante, i cavolfiori sono perfetti anche per chi segue una dieta dimagrante. 100 g di cavolfiore bollito contengono 40 kcal / 167 kj. Essendo ortaggi delicati, e dunque facilmente deperibili, è consigliabile consumarli freschissimi, anche per poter beneficiare pienamente delle loro proprietà.
I cavolfiori sono ricchi di minerali e vitamine, in particolare vitamina C. Sono, inoltre, alimenti antiossidanti e antinfiammatori. Contengono anche potassio, calcio, fosforo, ferro, acido folico, nonché principi attivi anticancro, antibatterici, antinfiammatori, antiossidanti, antiscorbuto. Sono depurativi, rimineralizzanti e favoriscono la rigenerazione dei tessuti.
Il cavolfiore è particolarmente indicato in caso di diabete perché le sue proprietà contribuiscono a controllare i livelli di zuccheri nel sangue. Secondo alcuni studi americani il cavolfiore aiuta a prevenire il cancro al colon e l’ulcera e cura l’anemia. Broccoli e cavolfiori, secondo recenti ricerche scientifiche, sarebbero efficaci nella prevenzione del cancro alla prostata.
Uno studio, condotto dal National Cancer Institute di Bethesda, nel Maryland, e pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute, ha evidenziato che chi segue un’alimentazione ricca di cavoletti di Bruxelles, cavolfiori, broccoli e cavoli presenta il 49% di possibilità in meno di ammalarsi. Questo sarebbe dovuto alla presenza di antiossidanti (flavoni) e indoli, in grado di contrastare l’azione degenerativa dei radicali liberi.
Per evitare l’insorgere di intolleranze alimentari durante l’età adulta sarebbe opportuno incoraggiare il consumo di cavolfiore fin dall’infanzia.
In ogni caso, anche se non presentano particolari controindicazioni, tutti gli ortaggi appartenenti alla famiglia delle crocifere interferiscono sull’assorbimento dello iodio, e quindi ne è sconsigliato un consumo esagerato, soprattutto per chi soffre di problemi legati alla tiroide, poiché può provocare gonfiore e diarrea. Inoltre, i cavolfiori contengono sostanze aromatiche che ne sconsigliano il consumo in fase di allattamento, in quanto fanno assumere al latte un sapore troppo intenso.
Dott.ssa Valentina di Giovanni
Biologa Nutrizionista
Fonte: il vescovado
Associazione Farma e Benessere
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