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Fitoterapia e trattamento della “Menopausa”

“È ormai scientificamente e universalmente accettato che i prodotti naturali vengono meglio tollerati dall’organismo e consentono la personalizzazione dell’integrazione alimentare e sono rappresentano valide alternative alla terapia ormonale sostitutiva”

Le piante ricche di ormoni vegetali maggiormente utilizzate per il trattamento fitoterapico della menopausa sono principalmente la Soia, la Cimicifuga, ilTrifoglio, ricche di fitoestrogeni, e la Dioscorea o Igname selvatico, ricco difitoprogestinici.

  • La Soia è una leguminosa, molto utilizzata per le sue notevoli proprietà nutrizionali e dietetiche, soprattutto nei paesi orientali. In questi paesi, nei quali viene consumata quotidianamente e per tutta la vita, si è osservata una bassa incidenza di disturbi legati alla menopausa e oggi numerosi studi hanno confermato questa osservazione. Essa contiene un gruppo di sostanze appartenente alla classe dei flavonoidi, gli isoflavoni, che per la loro attivitàestrogeno-simile sono chiamati fitoestrogeni e sono in grado di influenzare la produzione e il metabolismo degli ormoni sessuali, oltre ad avere un ruolo attivo nel rallentare i fenomeni di invecchiamento della pelle, per la capacità di stimolare la produzione di collagene e acido ialuronico.

fitoestrogeni si sono rivelati utili contro i disturbi dovuti alla menopausa e le patologie ad essa correlate, come l’osteoporosi e l’ipercolesterolemia; infatti studi clinici hanno evidenziato che gli isoflavoni della Soia, inseriti nella dieta, diminuiscono la perdita della massa ossea che accompagna la menopausa, e contemporaneamente contribuiscono a ridurre il cosiddetto colesterolo cattivo, o LDL, mentre tendono a far aumentare il colesterolo buono, o HDL. Questo può contribuire a favorire la prevenzione dei danni cardiovascolari.

Il vantaggio dei fitoestrogeni, rispetto alla terapia ormonale sostitutiva di sintesi, è che non provocano gli effetti collaterali di quest’ultima. E’ importante, quando si assumono isoflavoni di Soia, far sì che la flora batterica intestinale sia efficiente, poiché le molecole degli isoflavoni sono molto grandi e devono essere scisse per essere assimilate, per mezzo delle glicosidasi, enzimi che vengono prodotti proprio dalla flora batterica intestinale; perciò è utile integrare l’assunzione di isoflavoni con fermenti lattici probiotici, che arricchiscano la flora batterica intestinale: si otterrà in questo modo una miglior assimilazione dei principi attivi e quindi una loro migliore efficacia, oltre ad evitare fenomeni di gonfiori intestinali.

  • La Cimicifuga (Cimicifuga racemosa) appartiene alla famiglia delle Ranuncolacee ed è originaria del continente nordamericano; è utilizzata per ridurre le vampate di calore, e questo pare che non sia dovuto tanto ad un effetto estrogenico, quanto ad un’azione a livello centrale che coinvolge i recettori della serotonina, che sembra avere un ruolo importante in questi fenomeni. Anche la Cimicifuga non presenta effetti collaterali e può essere associata ai fitoestrogeni della Soia, per potenziarne gli effetti benefici nel ridurre le manifestazioni e i disturbi derivati dalla menopausa.

“Gli effetti benefici del trattamento naturale si rendono evidenti dopo circa tre-quattro settimane (anche la terapia ormonale sostitutiva di sintesi richiede un tale intervallo di tempo, poiché l’organismo deve raggiungere un certo livello di ormoni per sentirne gli effetti) e l’assunzione va protratta per un periodo adeguato”

  • Il Trifoglio, Trifolium pratense, detto Red Clover dagli anglosassoni, è un’altra leguminosa ricca di flavonoidi, che si può trovare in associazione alla Soia come fonte di fitoestrogeni, che sono di tipo diverso rispetto a quelli contenuti nella Soia, perciò rendono più completo il trattamento.

Un’altra pianta molto importante per il trattamento dei disturbi della menopausa è l’Igname selvatico (Dioscorea villosa o Wild Yam), che appartiene alla famiglia delle Dioscoreacee; è una pianta erbacea rampicante, di cui si utilizza soprattutto la specie messicana, che è la più ricca di composti ormono-simili. L’Igname contiene in particolare la diosgenina, sostanza naturale simile agli ormoni umani che, essendo il precursore biologico del progesterone, è in grado di normalizzare il rapporto estrogeno-progesterone, funzione quindi importantissima per mantenere l’esatto equilibrio ormonale femminile, per cui è indicata sia per i disturbi della menopausa che per le sindromi premestruali.

Per quanto riguarda la menopausa contribuisce a combatterne i sintomi tipici come vampate, stanchezza, secchezza delle mucose vaginali e maggior predisposizione alle infezioni vaginali e urinarie. Da alcuni studi effettuati, pare che abbia influenza anche nel ridurre il consolidamento delle fratture con incremento di densità ossea, e che riduca la perdita ossea in menopausa, cosa che, se confermata, rende ottimisti per l’uso di questa pianta anche per la prevenzione dell’osteoporosi.

In associazione a queste piante tipiche per la menopausa, è bene assumerne anche altre che agiscano soprattutto a livello dell’ansia, dell’insonnia e della leggera depressione che talvolta si avverte, come il Biancospino, la Melissa, la Passiflora, l’Iperico. Anche la Melatonina, un ormone naturale che regola l’equilibrio fra il sonno e la veglia, è molto utile, associata a piante rilassanti, per indurre il sonno in caso di insonnia.

Sarebbe bene prevedere anche un’integrazione di sali minerali, quali calcio, zinco, magnesio, boro, fluoro e di vitamine, soprattutto la vitamina D che facilita l’assimilazione del calcio, così importante per prevenire l’osteoporosi.

“Tutto ciò che abbiamo detto può servire ad affrontare al meglio la menopausa, e vivere così una seconda giovinezza il più possibile serena e spensierata”