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Pelle: primo sole di primavera

Col ritorno della bella stagione la possibilità di svolgere attività all’aperto entusiasma e aumentano le ore di esposizione solare.
Tuttavia con la fine dell’inverno la pelle è più chiara e delicata a causa dei molti mesi in cui l’irraggiamento è stato ridotto. Pertanto è fondamentale in queste occasioni, ancor più che in estate, proteggere la pelle.

Le radiazioni ultraviolette del sole (UVA e UVB) generano, senza un’ adeguata protezione, la formazione di radicali liberi sulla cute. Essi hanno un ruolo determinante nel fotoaging e nell’insorgenza di numerose patologie come cloasmi, eritemi, dermatiti e tumori della pelle.

Il modo migliore per non incorrere in questi inconvenienti è sicuramente una buona prevenzione partendo già dai mesi primaverili.

La prima regola è l’esposizione graduale, no alle lunghe esposizioni nel corso dei week-end. Bisogna esporsi ai raggi pochi minuti per volta e nelle ore meno calde della giornata, prolungando gradualmente i tempi, in modo da sviluppare poco a poco le difese naturali della pelle e la melanina.

È bene utilizzare poi, anche in questi periodi, dei filtri solari. Questi vanno scelti in base al proprio fototipo e, con uno spettro di assorbimento che comprenda sia i raggi UVB (responsabili dell’infiammazione della cute) che gli UVA (responsabili dei danni genetici cellulari).

Possiamo puntare anche sull’impiego dei cosmetici contenenti filtri solari. In commercio troviamo numerose formulazioni che oltre a svolgere la loro funzione decorativa, proteggono la pelle. L’importante è ricordarsi di proteggere tutta la pelle esposta al sole e non solo quella del viso.

Oltre alle classiche precauzioni poi, è preferibile preparare la pelle a difendersi dagli effetti nocivi del sole riservando una particolare attenzione all’alimentazione.

Una dieta che privilegia frutta e verdura di stagione è la più indicata, per l’alto contenuto di antiossidanti come vitamina C ed E e, di carotenoidi come alfa-carotene, beta-carotene, licopene, luteina e zeaxantina.

Contrariamente a quanto si pensa però, l’assorbimento di queste sostanze dagli alimenti è molto limitato, si tenga conto che dalle carote si può assorbire in genere solo il 5% di beta-carotene. Essenzialmente avviene lo stesso con gli altri pigmenti gialli e rossi caratteristici di alcuna frutta e verdura stagionale.

Un modo efficace per assimilare carotenoidi, è quello di assumerli sotto forma di integratori alimentari. La loro composizione in forma liposolubile ne permette un assorbimento del 70%.

In commercio esistono molte formulazioni in cui si associano varie molecole, al fine di favorire un effetto sinergico. I fotoprotettori sistemici di ultima generazione infatti, puntano, oltre all’azione scavenger, alla fotoimmunoprotezione, ossia, al potenziamento e alla protezione del sistema immunitario della cute. A questo scopo si utilizzano, ad esempio, integratori con carotenoidi associati a probiotici, come il Lactobacillus Johnsonii oppure il bifidobatterio BB12 che agiscono sulle cellule di Langerhans (le “sentinelle” della cute) proteggendole e favorendone la rigenerazione.

Si consiglia l’assunzione dei fotoprotettori sistemici almeno un mese prima e durante tutto il periodo di esposizione solare seguendo i dosaggi giornalieri raccomandati.

Riassumendo quindi, quattro sono le regole da seguire:

1.      Esporsi gradualmente al sole evitando le ore centrali della giornata;

2.     Proteggere sempre la pelle utilizzando filtri solari scelti in base al proprio fototipo;

3.     Prediligere una dieta a base di frutta e verdura di stagione ricca di antiossidanti e carotenoidi;

4.     Completare l’apporto giornaliero di questi ultimi, assumendo specifici integratori.

Seguendo queste semplici regole l’esposizione solare può considerarsi una medicina naturale: il sole infatti è indispensabile per la produzione di vitamina D, coinvolta in alcuni processi fisiologici, esporvisi quindi è fondamentale per il mantenimento di un buono stato di salute a costo zero.