Intervista al dr. Mariano Sica medico specialista in Gastroenterologia ed Epatologia presso il polo ospedaliero G. Fucito di Mercato San Severino, afferente all’ Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona, con l’incarico di base per la patologia bilio-pancreatica e di endoscopia operativa (Ecoendoscopia e ERCP).
Tra i disturbi gastrointestinali la malattia da reflusso gastroesofageo, insieme alla sindrome del colon irritabile (dolori addominali associati a turbe dell’alvo, dopo esclusione di patologie organiche), la stipsi cronica e la dispepsia funzionale (digestione lenta, epigastralgia) è tra le condizioni con la più alta prevalenza.
In particolar modo la malattia da reflusso gastro-esofageo è presente con una frequenza che varia dall’8 al 33% nel mondo occidentale e coinvolge tutte le fasce d’età ed entrambi i sessi. La malattia ha un andamento cronico recidivante. Solo una minoranza dei pazienti con sintomi più frequenti o persistenti si rivolge al medico. La maggior parte dei pazienti, invece, presenta sintomi intermittenti e spesso non consulta un medico, ma assume spontaneamente farmaci sintomatici. Fattori di rischio importanti sono: l’obesità, il fumo, il consumo di alcolici e i pasti grassi.
Il reflusso gastroesofageo, è la fisiologica risalita del contenuto acido dello stomaco verso l’alto in esofago, La quantità di acido che risale nell’esofago, però, di solito dopo i pasti è limitata e non arreca danni o disturbi. Tuttavia, quando diviene troppo intenso e frequente provoca tutta una serie di disturbi configurandosi nella malattia da reflusso gastroesofageo.
Anatomicamente esofago e stomaco sono collegati da una “valvola” chiamata sfintere esofageo inferiore (LES) o cardias, la cui chiusura impedisce che il contenuto dello stomaco acido per la presenza dei succhi gastrici risalga nell’esofago. Quando il LES non funziona bene perché beante, incontinente o per la presenza di un’ernia jatale (risalita dello stomaco sopra il diaframma, quindi malfunzionamento della valvola) l’acido risale arrecando sintomi fastidiosi e talora l’infiammazione dell’esofago (esofagite).
Il paziente lamenterà bruciore retrosternale e rigurgito (risalita di cibo acido), ma anche sintomi non tipici come dolore al petto, tosse stizzosa, mal di gola, alterazioni del tono della voce (raucedine e disfonia).
Solitamente la diagnosi è clinica dettata dai sintomi, ma in presenza di segni e sintomi d’allarme (calo ponderale, disfagia, anemia, familiarità per tumore) o in caso di inefficacia della terapia farmacologica ottimizzata (per dosaggio e durata) è mandatoria la gastroscopia.
Una prima arma terapeutica è la modifica dello stile di vita: l’ educazione alimentare, corrette abitudini alimentari, non abusare di cibi reflussogeni (grassi, alcolici, cioccolato, caffè), attività fisica, calo ponderale, una corretta igiene del sonno, evitare di assumere la posizione supina subito dolo il pasto e lasciar trascorrere almeno 3 ore prima di coricarsi, alzare un po’ la testata del letto rispetto ai piedi.
Tra i farmaci per il reflusso e tra i più prescritti In Italia vi sono gli inibitori di pompa protonica che riducono la produzione di secrezioni acide nello stomaco. Sono farmaci che richiedono prescrizione medica. Questi farmaci vanno presi a digiuno almeno 30 minuti prima di colazione per almeno 4-8 settimane a seconda del parere medico. E’ preferibile fare questa terapia ciclicamente ripetendola nei periodi di maggiore riacutizzazione dei sintomi ( al cambio di stagione), piuttosto che cronicamente per lunghi periodi di tempo.
Altri farmaci che non richiedono prescrizione medica sono gli antiacidi che tamponano l’acidità gastrica e vengono utilizzati al bisogno. Gli antiacidi vanno assunti almeno 30 minuti dopo i pasti e la sera prima di andare a letto.
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Il colesterolo è un grasso (lipide), appartenente alla classe degli steroli, molto importante per il corpo umano; l’organismo, infatti, ne ha bisogno in quantità adeguate poiché è il costituente fondamentale delle membrane delle cellule e di alcuni ormoni; il colesterolo, inoltre, è importante per lo sviluppo e il funzionamento delle cellule del cervello.
La presenza di quantità eccessive di colesterolo circolante nel sangue però è dannosa perché provoca l’aterosclerosi . Questa malattia è caratterizzata da deposito di colesterolo, calcio, fibrina, lipidi e prodotti di degradazione cellulare a livello dello strato interno delle arterie di grandi e medie dimensioni con la formazione di addensamenti detti placche aterosclerotiche (ateromi).
Le arterie più colpite sono le coronarie, le carotidi, le renali, le iliache, le femorali.
Le placche aterosclerotiche si possono rompere causando la formazione di trombi e/o emboli che possono provocare infarto, ictus, e malattie vascolari periferiche.
L’esame di laboratorio per misurare il livello di colesterolo nel sangue (colesterolemia totale), a differenza della maggior parte degli esami clinici, non è utilizzato per accertare (diagnosticare) o monitorare la malattia cardiovascolare ma per stimare il rischio di svilupparla o, se già presente, di andare incontro a complicazioni.
Per questo motivo, il controllo della colesterolemia, assieme alla misurazione della pressione del sangue (pressione arteriosa), all’abitudine al fumo, alla presenza di diabete, può dare indicazioni sulla probabilità (rischio) di sviluppare una malattia cardiovascolare negli anni successivi, vale a dire prima che essa si manifesti realmente. In questo modo, identificando il rischio, è possibile realizzare un’efficace prevenzione.
Le malattie cardiovascolari, sono multifattoriali, cioè al loro sviluppo contribuiscono contemporaneamente più fattori di rischio, di cui alcuni non modificabili (età e sesso) altri modificabili, fra questi i livelli di colesterolo totale nel sangue (colesterolemia totale).
Il colesterolo è legato a:
Per questo motivo è bene misurare sia la colesterolemia totale, che i livelli di colesterolo LDL e HDL.
Il colesterolo è in parte prodotto dal fegato e in parte introdotto con l’alimentazione. Seguendo una alimentazione a basso contenuto di grassi animali (grassi saturi), colesterolo e zuccheri, una adeguata e regolare attività fisica ed eliminando l’abitudine al fumo, è possibile ridurre la quantità di colesterolo nel sangue (colesterolemia) e, conseguentemente, anche il rischio di andare incontro a malattie cardiovascolari.
Ciò è stato ampiamente dimostrato. Il consumo elevato di prodotti animali (carni rosse, carni grasse, insaccati, lardo e pancetta, rosso d’uovo, formaggi, burro e panna, cibi che contengono olio di cocco o di palma) e di alimenti ad alto contenuto calorico, aumenta il livello della colesterolemia totale (leggi la Bufala).
Invece, includere nell’alimentazione grassi polinsaturi (di origine vegetale) diminuisce i livelli di colesterolo totale nel sangue e aumenta quelli del colesterolo HDL. Cibi ricchi di grassi polinsaturi includono: il pesce azzurro, l’avocado, noci e semi, l’olio di semi di girasole e di colza. L’olio extravergine d’oliva è ricco di grassi monoinsaturi; anche i grassi monoinsaturi hanno la peculiarità di abbassare i livelli di colesterolo LDL e di aumentare quelli del colesterolo HDL.
L’alimentazione sana, varia e bilanciata, è poco calorica, ricca di verdura e frutta, cereali, legumi, pesce e con poco sale.
L’esame della colesterolemia è comunemente prescritto dal medico quando si raggiunge l’età di 40 anni. Tuttavia, può essere eseguito anche prima se si pensa di essere a rischio di malattie cardiovascolari.
Oltre al colesterolo gli altri fattori di rischio cardiovascolare sono:
È utile misurare i livelli di colesterolo nel sangue (colesterolemia totale) e delle sue frazioni (colesterolo HDL e LDL) a intervalli regolari se sono stati prescritti farmaci (statine, ezetimibe).
Corso Umberto I, 395
84013 – Cava de’ Tirreni (SA)
Prenotazione: 089 464403 – lab.minerva@libero.it
Le patologie cardiovascolari sono fra le prime causa di morte nelle ricerche statistiche.
Infarto, ictus, angina sono patologie importanti e spesso silenti.
Certo che sì! La prevenzione delle patologie cardiovascolari comincia sicuramente con lo stile di vita!
Il primo consiglio quindi è quello di avere uno stile di vita sano, fare sport e movimento ed evitare fumo ed alcolici!
Veniamo al secondo consiglio!
L’alimentazione!
L’alimentazione svolge un ruolo fondamentale nelle patologie cardiovascolari e nell’abbassamento dei livelli di colesterolo nel sangue! Negli articoli precedenti abbiamo visto come alti livelli di colesterolo siano causa della formazione delle placche aterosclerotiche e quindi causa di infarto!
Terzo consiglio!
Quando non bastano l’alimentazione e lo stile di vita, prima di assumere farmaci (medico), possiamo utilizzare prodotti ed integratori alimentari!
Fra questi vi presentiamo Cardi0360.
CARDIO360 è un integratore alimentare in compresse, formulato nel rispetto delle direttive del Ministero della Salute e dell’Agenzia Europea per la sicurezza alimentare: EFSA (European Food Safety Authority), a base di ingredienti utili quando il loro apporto con la dieta è carente o assente, nello specifico: l’estratto botanico di biancospino (Crategus oxiacantha) è utile per regolare la funzionalità dell’apparato cardiovascolare e per la regolarità della pressione arteriosa, l’estratto botanico di olivello spinoso (Hippophae rhamnoides) è utile per la sua azione capillarotropa, infine il riso rosso fermentato con Monascus Purpureus titolato in monacolina è utile per ridurre il colesterolo.
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Il colesterolo è una sostanza lipidica presente nelle cellule dell’organismo.
Circa l’80% del colesterolo viene prodotto dal fegato, mentre il restante 20% deriva dell’alimentazione.
Il colesterolo ha alcune funzioni fondamentali come contribuire alla produzione della vitamina D, degli ormoni steroidei e dei sali biliari e si suddivide in due tipi: colesterolo buono ( HDL) e colesterolo cattivo (LDL).
Il colesterolo buono ha la funzione di trasportare il colesterolo dalle periferie verso gli organi che lo utilizzano e lo eliminano. Il colesterolo HDL è come uno spazzino!
Il colesterolo cattivo trasporta l’eccesso di colesterolo dal fegato e lo rilascia nelle arterie portando alla formazione di placche aterosclerotiche.
L’ipercolesterolemia è una condizione che deve essere prontamente curata perché può comportare la formazione di placche aterosclerotiche e quindi lo sviluppo di malattie coronariche.
I fattori che scatenano l’ipercolesterolemia sono: l’assunzione di cibi ricchi di grassi, la scarsa o assente attività fisica, il fumo, l’obesità e fattori ereditari.
Bisogna cambiare le abitudini alimentari, prediligendo cibi poco grassi, frutta e verdura e limitando formaggi e carne rossa, smettere di fumare, fare attività fisica.
In caso di scarsi risultati con il cambiamento dello stile di vita e dello stile alimentare, lo specialista consiglierà di assumere farmaci come le statine, le resine sequestranti gli acidi biliari o i fibrati.
Esistono anche rimedi naturali ed integratori nelle fasi iniziali della patologie e quando questa è associata ad una cattiva alimentazione!
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