La salute preconcezionale, cioè del periodo che precede il concepimento e la gravidanza, è un fattore determinante per un normale decorso della gravidanza e per un normale sviluppo fetale.
Interventi di prevenzione, prima della gravidanza, nei confronti diversi fattori di rischio, come ad esempio nutrizione inadeguata, scarsa assunzione di folati, obesità e patologie materne, uso di alcol e fumo, potrebbero essere tardivi e non efficaci, sulla salute del nascituro, se effettuati a gravidanza iniziata quando ormai è avvenuta l’organogenesi.
E’ necessario occuparsi in anticipo della salute della coppia pianificando la gravidanza ma senza rinviarla ad età più avanzate.
Nel periodo prima della gravidanza andrebbero rafforzati i fattori protettivi (stili di vita, alimentazione adeguata compreso il supplemento di folati, eliminazione alcool, fumo ed altre sostanze d’abuso, promozione dell’attività fisica etc), ma anche andrebbe effettuata l’immunizzazione contro alcune malattie infettive pericolose in gravidanza come ad esempio la rosolia.
Andrebbero poi evitate eventuali esposizioni ambientali lavorative o domestiche nocive, identificati eventuali altri fattori di rischio relativi a specifiche patologie nella storia familiare e personale ed eseguiti alcuni esami di laboratorio.
In caso di patologie croniche materne come diabete, ipertensione, malattie autoimmuni, le condizioni di salute andrebbero tenute sotto controllo e potrebbe essere necessario modificare le terapie in atto per evitare l’uso di farmaci teratogeni come può succedere ad esempio in caso di asma e di epilessia.
La donna con malattie croniche, prima di avviare una gravidanza, dovrebbe rivolgersi al medico o ai centri di informazione di teratologia.
Mantenere e tutelare la salute preconcezionale vuol dire ottimizzare la salute di oggi e di domani della donna e del futuro individuo che nascerà e per farlo bisogna assicurare che tutte le donne in età fertile ricevano assistenza preconcezionale, promozione della salute ed interventi che possano aumentare lo stato di benessere, minimizzare i rischi e far portare avanti una gravidanza con salute ottimale.
Fonte: salute.gov.it
La durata della gravidanza viene calcolata in settimane, a partire dalla data dell’ultima mestruazione: per questo è importante conoscere con certezza questa data.
Si definisce gravidanza:
Lo sviluppo del feto e dell’utero, la formazione della placenta, del liquido amniotico e delle membrane, il fatto che i tessuti trattengano una maggiore quantità di liquidi ed il deposito di una certa quantità di tessuto adiposo, comporta un costante e graduale aumento di peso che, nella norma, deve essere contenuto tra i 9 ed i 12 Kg.
Le mammelle aumentano di volume, le areole ed i capezzoli tendono a scurirsi e può iniziare una lieve secrezione liquida.
Verso la fine della gravidanza compare il “colostro”, un liquido che sarà prodotto fino a qualche giorno dopo il parto e che sarà il primo “alimento” del bambino, prima della montata lattea.
L’aumento di peso e di volume dell’utero provoca una serie di modificazioni nella distribuzione del peso e dell’equilibrio della gestante, che è indotta ad arcuare la parte inferiore della schiena. Questo può provocare dolori soprattutto in zona lombare e sacrale (lombosciatalgia). Evitare le calzature con il tacco alto.
Nella parte finale della gravidanza l’aumento del peso corporeo si farà sentire con un maggiore affaticamento e potranno comparire gonfiori alle caviglie. Il riposo è determinante per alleviare questi disturbi.
I movimenti del feto, già evidenziati dal 4°-5° mese, saranno più evidenti nell’ultimo trimestre.
Nel periodo che precede il parto la donna accusa, più frequentemente di sera, dolori di lieve entità localizzati prevalentemente al basso addome e ai lombi, alcuni frequenti, altri radi, di durata di pochi secondi.
Questo periodo può durare parecchi giorni e, man mano che il tempo passa, aumentano le contrazioni dell’utero, che crescono di intensità (la donna si accorge che il ventre indurisce tutto con una sensazione dolorosa che dura pochi secondi).
Negli ultimi 15 giorni la donna avverte che il fondo dell’utero si abbassa, il respiro si fa più libero, riesce a digerire meglio; contemporaneamente avverte un maggior peso in basso, con un più frequente bisogno di urinare. E’ importante mantenere uno stato di tranquillità e serenità; è ancora il momento di partorire. Il parto, di norma, avviene dopo 40 settimane di gravidanza.
L’avvicinarsi del momento sarà dato da segni premonitori ben precisi:
Le contrazioni possono accompagnarsi a sensazioni dolorose (dolori in basso o alla schiena).
Questi sono i sintomi del travaglio e a questo punto è opportuno che la donna si ricoveri per partorire. Durante il travaglio di parto l‘ostetrica si prende cura della mamma e del bambino, ascoltando regolarmente i suoi battiti cardiaci.
Le contrazioni diventano via via più frequenti e quando il collo dell’utero (canale del parto) è completamente aperto (pronto), la donna avverte il bisogno di spingere. Normalmente il bambino viene alla luce dopo 3-5 spinte valide.
Dopo la nascita il cordone ombelicale viene pinzato e tagliato. Dopo 10-15 minuti viene espulsa la placenta.
Non è vero che in gravidanza occorre mangiare per due
Un eccessivo aumento di peso può creare problemi sia durante la gestazione che al momento del parto.
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