E’ iniziata la campagna vaccinale. Chi ha già avuto la malattia e chi dovrà vaccinarsi ha tante domande!

Chi ha avuto il Covid-19 può considerarsi meno esposto ad un nuovo contagio e al tempo stesso meno probabile come veicolo di contagio? Mi dovrò fare il vaccino lo stesso? Sarà il caso di fare un dosaggio dei titoli anticorpali? Lavoro in ambito sociosanitario ed ho molte preoccupazioni. Cosa devo fare?

E’ disponibile presso il nostro laboratorio un Test immunologico quantitativo in chemiluminescenza (CLIA) ad alta specificità!

Scopri di più!

A oggi non sappiamo quanto duri la protezione del sistema immunitario dopo l’infezione da Covid-19, ed è probabile che non ci sia una risposta univoca ma che dipenda da persona a persona. Sappiamo che gli anticorpi protettivi scompaiono nel giro di pochi mesi e che in alcuni casi non si sviluppano affatto. E sappiamo anche che esistono casi di seconde infezioni.

In questi casi è utile fare un titolo anticorpale? Un test sierologico?

Il test sierologico misura gli anticorpi prodotti in caso di contatto con il virus Sars-CoV2. 

Il livello e la durata nel tempo dell’immunità protettiva nella popolazione in generale e in gruppi specifici sono argomenti di grande interesse e aiutano a decidere il trattamento del paziente.

Gli anticorpi neutralizzanti il virus, indotti da vaccini o dall’infezione virale da Covid-19, giocano un ruolo cruciale nel controllo dell’infezione stessa.

Gli anticorpi neutralizzanti anti-SARS-CoV-2 sono un particolare tipo di anticorpi capaci di inattivare il virus rendendolo inefficace e non più in grado di infettare le cellule bersaglio.

Come possiamo misurarli?

Premessa!

Un coronavirus contiene quattro proteine strutturali, spike (S), envelope (E), membrana (M) e nucleocapside (N). La proteina S consente l’ingresso del virus nelle cellule ospiti, prima legandosi a un recettore ospite tramite il sito legante il recettore (RBD, Receptor-Binding Domain) nella subunità S1 e in seguito fondendo le membrane virali e delle cellule ospiti tramite la subunità S2. SARS-CoV-2 riconosce ACE2 quale recettore nella cellula ospite per legare la proteina S virale. Quindi, è fondamentale definire RBD nella proteina S di SARS-CoV-2 quale target principale per lo sviluppo di inibitori del virus, per gli anticorpi neutralizzanti e per i vaccini.

Il test!

Il test effettuato presso il nostro laboratorio e presso i laboratori di Diagnostica Clinica, attraverso l’antigene ricombinante S-RBD, consente di rilevare gli anticorpi leganti RBD e di fornire una misura importante dell’immunità secondo gli attuali studi di laboratorio.

Gli studi hanno dimostrato che gli anticorpi verso la subunità S1 della proteina spike del SARS-CoV-2 e specificamente verso il sito legante il recettore (RBD, Receptor-Binding Domain) all’interno della subunità S1 correlano significativamente con la neutralizzazione del virus.

Questo test pertanto risulta utile per determinare, non solo l’efficacia del vaccino, ma per stabilirne anche i tempi di efficacia.

Per prenotare il test specifico:

Laboratorio Minerva

Corso Umberto I, 395
84013 – Cava de’ Tirreni (SA)

Prenotazione: 089 464403 – lab.minerva@libero.it

I test sierologici permettono di individuare la presenza di anticorpi al virus SARS CoV-2.

I tipi di test: qualitativi e quantitativi
Esistono tre tipologie di test sierologici: qualitativi, semi-quantitativi, quantitativi. La sostanziale differenza sta nella metodologia di analisi:

  • nei test qualitativi si stabilisce solo se una persona ha sviluppato o meno degli anticorpi, secondo una logica positivo/negativo;
  • nei test quantitativi vengono dosate le quantità di anticorpi.

Anche la modalità cambia:

  • i test qualitativi sono test rapidi, in cui è sufficiente una goccia di sangue, che viene esaminata in un kit portatile e si ottiene riscontro immediato, esattamente come avviene nel caso del test autodiagnostico di gravidanza che rileva l’ormone hCG nell’urina
  • i test sierologici quantitativi, invece, richiedono un prelievo di sangue e uno specifico analizzatore in dotazione alle strutture sanitarie.
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VIDEO TUTORIAL TEST COVID-19

Affidabilità dei test sierologici

Differente sembrerebbe anche il grado di affidabilità dei test

I test quantitativi, che hanno un elevato grado di affidabilità e accuratezza, utilizzano sistemi di rilevazione con chemiluminescenza (CLIA) oppure sistemi immunoenzimatici (ELISA).

A oggi sono diversi i test sierologici quantitativi che hanno ottenuto l’EUA (Emergency use authorization) dalla Food and Drug Administration americana e possono essere utilizzati in tutto il mondo”.

La misurazione degli anticorpi IgM e IgG
A prescindere dalla modalità di rilevazione, i test sierologici vanno a indagare la presenza degli anticorpi del virus SARS-CoV-2 nel sangue.

Esistono cinque tipologie di anticorpi prodotti dal sistema immunitario (IgM – IgG – IgA – IgD – IgE), ma nelle diverse fasi dell’infezione virale le più considerate sono:

IgM: prodotti nella fase iniziale, solitamente appaiono al 4°-6° giorno dalla comparsa dei sintomi della malattia e, dopo qualche settimana, scompaiono;
IgG: prodotti più tardi (9°-12° giorno), rimangono all’interno dell’organismo per periodo più lungo.
Sono gli anticorpi IgG a essere indicativi dell’immunità, la cui durata è ancora un tema dibattuto e poco chiaro.

Test sierologici e tampone a confronto

Un altro tema ampiamente discusso dalla comunità scientifica e politica riguarda l’utilità dei test sierologici e la necessità di affidarli a specifiche categorie professionali o fasce di popolazione, per una “Fase 2” più controllata e sicura.

Individuare gli anticorpi tramite test sierologici è molto utile a livello epidemiologico, ma non sappiamo la durata della protezione immunologica e non otteniamo un indice di contagiosità.

Se questi anticorpi rimarranno a lungo, cosa che non conosciamo, le persone che hanno già contratto l’infezione non dovrebbero fare il vaccino.

Ma non sappiamo nemmeno se con la stagione estiva il virus sparirà, come avvenuto per il SARS-CoV-1 diffusosi in Asia nel 2003 e scomparso nel mese di giugno 2004.

Il tampone naso faringeo

Non va però dimenticata la fondamentale importanza del tampone per la diagnosi della malattia:

Per diagnosticare l’infezione attiva l’unico strumento che abbiamo è il tampone naso-faringeo

La sierologia, infatti, non ci aiuta nella diagnostica, ma nella parte prognostica e a livello epidemiologico, per capire come si è mosso il virus e se rimarrà.

Per una diagnosi corretta vanno realizzati i tamponi, alla comparsa dei sintomi (positivo) e a conclusione della malattia, accertata con un doppio tampone negativo.

Solo dopo ha senso realizzare il test sierologico. Anche perché, non dimentichiamolo, ci sono casi di pazienti positivi al tampone anche dopo 50 giorni dagli esordi della malattia.

Associazione “Farma e Benessere”

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